POVERI A PALAZZO

POVERI A PALAZZO

Carlo Tancredi e Giulia marchesi di Barolo

Una santa storia di amore

Don Primo Soldi

Itaca libri

€ 18.00

Questo testo è il racconto della storia d’amore e vita pubblica dei coniugi marchesi di Barolo, meglio noti  come Giulia e Carlo Tancredi, che hanno vissuto buona parte della loro vita a Torino, (pur  avendo viaggiato molto) al momento considerati VENERABILI, speriamo e preghiamoli affinché presto possano salire agli altari.

Una storia d’amore, tra di loro, tra loro e Dio, tra loro e gli altri con cui entravano in relazione, poveri e non.

E’ una biografia completa, dettagliata e scorrevole, scritta da Don Primo Soldi, che è stato per diversi anni parroco della chiesa S.Giulia, nel quartiere Vanchiglia - chiesa neogotica, voluta e finanziata dalla marchesa, ovviamente la Giulia è la nota santa, e non la marchesa, dove ora sono entrambi sepolti. Sembra che Giulia spesso interceda per le mamme che non riescono ad avere figli.

Il marito Tancredi è stato anche sindaco di Torino, ma ha collaborato per diversi anni (prima e dopo) con le istituzioni locali e reali, tra cui  la Beata Maria Cristina di Savoia  la Venerabile Maria Clotilde di Borbone., in un periodo storico felice per la città di Torino da questo punto di vista  ricco di santi, definiti “santi sociali”.

Insieme hanno fatto molto per la città di Torino e non solo, con loro sono nate congregazioni ora presenti anche altrove in Italia e nel mondo, ed al termine del testo ci sono delle testimonianze.

Nella prima parte del libro si mette in luce soprattutto la storia e la politica della Francia, dell’Italia e di Torino, tra fine ‘700 e inizio ‘800, parte molto interessante soprattutto per i torinesi, forse anche un po’ “noiosa” per chi non ama particolarmente questi riferimenti, ma necessaria per avere un quadro completo di quei tempi.

Il racconto su cosa hanno fatto singolarmente ed insieme per i poveri della città e soprattutto di quanto si sono lasciati plasmare dalle mani di Dio, è meraviglioso!

Vi sono anche menzionati parti dei loro scritti, delle loro poesie, e riflessioni.

Si sono occupati entrambi, di EDUCAZIONE nel senso più ampio del termine, includendo quindi cultura, umanità, etica, lavoro etc, frutto dei numerosi viaggi fatti  in Europa che li hanno portati a conoscere altre realtà.  Giulia si è occupata degli aspetti più “materni” Carlo degli aspetti più tecnici e burocratici che hanno portato all’apertura di scuole e di asili per l’infanzia, tra cui nel dicembre del 1834 la fondazione della  la congregazione delle suore di S.Anna e  poi di quelle di Gesù Buon pastore.

Straordinaria è stata la loro capacità e lucidità nel mettere a fuoco le problematiche del tempo in tema di lavoro e scopo della vita per la gioventù. Esse sono valide ancora oggi, e sicuramente abbiamo veramente bisogno di riscoprile!

Giulia inizia la sua opera di misericordia nelle carceri, affiancandosi alle loro povertà, aiutando le donne nei bisogni materiali ma anche spirituali, insegna loro a pregare e a conoscere Dio.

Inoltre fonda un ordine religioso, le suore che prendono il nome di Santa Maria Maddalena, (pg 131) come immagine non solo dell’amore penitente ma anche dell’amore contemplativo e appassionato verso Gesù, esigenza che nasce dal alcune ragazze strappate da una vita “particolare” che chiedono di consacrarsi totalmente a Dio per riparare i propri e altrui peccati e implorare la misericordia divina con una vita di preghiera e di penitenza .

Carlo Tancredi scrive delle operette spirituali, che sono delle meditazioni, riflessioni quasi mistiche

Attento alla devozione all’angelo custode, e nelle preghiere invita il proprio a relazionarsi con l’angelo custode delle persone con cui si relaziona, per un maggior profitto e per la maggior  gloria di Dio.

A chi consiglio questo testo?

A coloro che desiderano conoscere meglio la nostra città, ed il suo passato, perché vengono anche menzionati come sono nati certi corsi e viali alberati.

Ai giovani delle scuole medie e superiori, che magari non hanno ancora questo desiderio, ma è opportuno per la loro crescita valoriale e scolastica conoscere il clima storico che c’era nell’800, da una diversa angolatura.

A tutti coloro che già hanno assaporato che leggere di “santi“ ci rende migliori ci fa “annusare” l’opera di Dio, ci suggerisce come imitarli  e come nella citazione presente nel libro (e nella postfazione di Monica Mondo);

Cercate ogni giorno il volto dei santi, per trovare riposo nei loro discorsi (tratto dalla Didaché)

***

 


Pg 10

Juliette Corbert, da giovane vide gli orrori della persecuzione contro i cattolici, e quei ricordi rimasero indelebili.

Entrambi provengono da famiglie aristocratiche, celebri e stimate, ma vivono per un'unica ragione: l’amore per Cristo e per il prossimo.

Pg 11

Tuttavia i santi vivono come ha vissuto Gesù: pura libertà da tutto per vivere d’amore

Cercate ogni giorno il volto dei santi e trovate riposo nei loro discorsi /tratto dal didaché

Pg 19

Juliette leggeva molto, a 16 anni scrive un’antologia di brani letterari

Pg 28

L’affetto e la comunione dei cuori sono la fonte della felicità di Carlo e Giulia. Essi sono accumunati da molti interessi e da una fede profonda; affrontano tutti gli avvenimenti piacevoli o faticosi con un amore crescente, realizzando una santità di coppia, alimentata da un’ assidua meditazione della parola di Dio e delle verità essenziali della fede.: Dio Padre che ama ogni creatura.

Pg 31

Dio diventa l’amato da attendere a cui consegnarsi quando la chiamerà.

Pg 68  Quando va nelle carceri  

La lettura dei salmi toccava il mio cuore: “…Io insegnerò le tue vie ai peccatori ed essi si convertiranno a te.  Io sospiravo pensando a quel sublime destino che non mi era riservato: riportare un’anima separata da te.

Pg 69

La pena inflitta a chi aveva violato la legge aveva come unico scopo la punizione del colpevole e la difesa della società; mancava completamente l’idea di un recupero…

Scrive Giulia di Barolo  > ci sono ancora valori in queste persone che la società respinge, e il crimine non può cancellare completamente l’impronta del creatore.

Pg 70

Giulia riesce dopo alcuni mesi ad avere i permessi per andare in carcere

Entra in quell’oscurità per condividere: per capire, per aiutare

Pg 72

Ottenne il permesso di collocare un altare nel corridoio del carcere, perché tutte possano partecipare alla Santa Messa.

Pg 74 Presenta al segretario di stato una relazione in cui presentava la terribile situazione delle carceri e una serie di proposte…

 È straordinario leggere come in ogni epoca, Dio chiama qualcuno/a dei suoi figli ad occuparsi dei poveri più poveri, quelli che sono abbandonati, che vivono per “strada” o per “terra” in condizioni igieniche spaventose, ma comunque Dio chiama, Dio è presente…

Pg 76

Graduale non privo di ostacoli, fu il suo cammino, ma sempre sorretto dalla fede e dalla speranza che per tutti c’è un destino buono.

Pg 90

Al marchese di Barolo i torinesi devono riconoscenza anche per l’abbellimento della città, infatti in qualità di sindaco fece affidare a Gaetano Lombardi, la creazione dei grandi viali torinesi, ancora oggi presenti, ispirati ai boulevard parigini che Tancredi conosceva bene. (…) Sorsero così strada di S.Massimo oggi Corso Regina Margherita, corso S.Maurizio, corso P. Eugenio, Corso Valdocco, corso Vinzaglio, Corso Marconi

Pg 95

(nel salotto di casa Barolo)

I coniugi imprimevano ad ogni conversazione un impronta di serietà ed equilibrio, di forza interiore e di delicatezza.

La marchesa si era guadagnata la fama di formidabile disputatrice che sapeva chiedere scusa, quando si accorgeva di essersi troppo accalorata nell’esprimere le proprie opinioni.

Pg 96

A casa Barolo regnava libertà di parola, erano rigidamente esclusi due argomenti: la rivoluzione e l’irreligione

La biblioteca di casa barolo era ricchissima; comprendeva scritti dei padri della chiesa, di mistici e dei grandi maestri dello spirito, varie edizioni della Bibbia, numerosi volumi di esegesi biblica, e di commento alle letture liturgiche, opere di filosofia, di diritto, di scienze, testi sull’educazione, e sulle lingue moderne, classici greci e latini.

(e noi quanto ci arricchiamo culturalmente e spiritualmente nelle letture?)

Pg 97

Anche quando non erano d’accordo Cavour, la rassicurava dicendole che non avrebbe mai potuto essere irritato, con lei perché era la sola persona con idee diverse dalle sue che lo aiutava a riflettere.

Pg98

Nel coltivare le amicizie Giulia si muove sempre in un orizzonte di fede, sia con chi la condivide, come Silvio Pellico, che con chi si dichiara ateo come Cavour, essa considera il rapporto con Dio al centro di qualsiasi legame e il bene come unico scopo della vita. L’amicizia è dialogo di fede, deve in qualche modo condurre a Dio, per questo al termine delle sue lettere c’è sempre una promessa di preghiera.

Pg 107

(la marchesa di Barolo)…scrive non tanto per diletto, quanto per un profondo bisogno di fissare le esperienze significative, le riflessioni e meditazioni spirituali, la sua continua ricerca interiore…provava le sue ore di sconforto; ed una delle sue consolazioni era quello di scrivere sulla carte i pensieri, gli affetti reconditi, come era suo uso versarli davanti al Consolatore d’ogni afflitto nella vita e frequente preghiera.

Pg 110

Dio è al centro dei suoi pensieri, l’amore per Lui è lo stesso amore con cui si accosta ai fiori, agli alberi…ogni luogo ogni incontro è per lei occasione di lode e di ringraziamento al Signore

Pg113

La terra per quanto bella non è e non sarà mai il luogo del nostro riposo e della nostra felicità, bensì un campo da cui innalzare il volo, là dove saremo felici eternamente.

Pg 120

Il marito Carlo Tancredi - marchese Barolo - si occupa di attrezzare e fare nascere asili e scuole per bambini, indicando minuziosamente come devono essere questi locali ed anche come devono essere arredati, e a questo proposito specifica:

Era importante che i bambini potessero vedere un grande e semplice quadro di San Giuseppe, un orologio, un crocifisso o una Madonna, alcune immagini di devozione o storia sacra

Pg 122

Carlo Tancredi anticipa di due secoli il dibattito attuale, sia in psicologia che in antropologia dell’infanzia circa il rapporto tra natura e cultura, affermando l’unità psicosomatica di mente e corpo della natura umana

Pg 127

Carlo Tancredi insieme a Giulia egli desidera veramente rispondere ai problemi sociali del suo tempo…. (e dice) tutti i mestieri, di qualunque tipo siano (….) quando servono a guadagnarsi la vita con fatica ed operosità , sono egualmente da lodare

Pg 128

Ciascuno di noi nell’ambito delle sue possibilità fisiche e morali, deve rendersi utile al prossimo, alla patria, all’umanità in qualunque modo anche il più umile e indiretto. E deve farlo non solo per trarne i vantaggi su questa terra, i quali, peraltro gli appariranno sovente assai poco proporzionati alle fatiche svolte, quanto per ubbidire al celeste Creatore, per servire in vita, come strumento debole ma scelto dalla Provvidenza, ai suoi fini mirabili.

L’uomo quaggiù deve mangiare il suo pan al sudore della sua fronte. Così volle Iddio dopo la caduta del primo uomo che fu creato…per questo l’ozio, l’inerzia, la vita inoperosa e priva di occupazioni sono cose riprovevoli

Pg 136

A proposito del colera, che negli anni 1831 giunge anche a Torino, Giulia dice e di lei riferiscono:

convinta che si possa contare sulla protezione divina più facendo il proprio dovere che fuggendo il colera; in fondo nulla accade se non quello che Dio vuole, e sicuramente ciò che Dio vuole è ciò che è meglio per noi

pg 151

è la grazia di Dio a farci conoscere il nostro nulla

pg 152

amiamo la santa volontà di Dio, guardiamo di essere sottomesse con amore. Tutto il lavoro della nostra santificazione consiste nell’accettare in ogni momento le fatiche e i doveri dello stato. Quello che la provvidenza da all’anima è quello che è unicamente necessario. Sia ella dunque al cospetto di Dio come il metallo nella forma (e la forma a cui dobbiamo aderire è Cristo) . Se ella lo lascia agire liberamente, ne fa un capolavoro

pg 166

la peculiarità nel cammino di santità di Tancredi e Giulia

sta nel fatto che non si santificarono da soli ma in coppia

pg 168

Silvio Pellico di loro dice: stando al loro fianco mi miglioro/

I veri amici infatti ci rendono migliori ci aiutano a crescere, ci accompagnano verso il compimento del nostro destino. Non sono ”più capaci” di noi, ma permettono che Dio li scelga per essere suoi e operare in loro e attraverso di loro, rendendo così feconda la loro vita che sarebbe stata sterile, poiché come scrive San Paolo ai corinti: “ne chi pianta né chi irriga è qualcosa, ma solo Dio che fa crescere” (3,7-9)

 Pg 171

Si può dire che hanno anticipato in tutti i campi la dottrina sociale della chiesa

Pg185 don Primo Soldi scrive:

Il santo è un uomo aperto, penetrato da Dio

Un santo è una persona aperta a Dio, permeata da Dio.

Il santo è uno che non concentra l’attenzione su sé stesso, ma ci fa vedere e riconoscere Dio.

Pg 189 (scrive Michela Romagnoli – coordinatrice suore S.Anna di Roma)

Per la mentalità di inizio ‘800, il cuore aveva ancora il significato del luogo più intimo della persona in cui sono unite l’affezione e la ragione che la guida….e così ora capisco che la pedagogia del cuore fa appello alle esigenze , ai desideri più profondi e veri che una ragione aperta scopre nell’esperienza , come risorse proprie di ogni essere umano che costituiscono, appunto, il suo cuore: dono dato a ogni creatura.

L’educatore è quindi colui che si allea con il cuore dei ragazzi e li accompagna alla scoperta di se e delle domande che ci costituiscono.

Pg 192

Da uno scritto di S.Ambrogio, citato da un insegnante alla scuola S.Anna di Torino

Il bene dei vostri figli sarà quello che sceglieranno: non sognate per loro i vostri desideri. Basterà che sappiano amare il bene e guardarsi dal male e che abbiano in orrore la menzogna.

Più dei vostri consigli li aiuterà la stima che hanno di voi e la stima che voi avete di loro

Pg 195

Riscoprire l’insegnamento come comunicazione di sé, cioè di ciò che da bellezza e speranza alla nostra vita