Il matrimonio perfetto
Il matrimonio perfetto
- e vissero felici e contenti -
F.Picchi editore
15.50 Euro
Il titolo può stupire, perché certamente si può pensare…il matrimonio perfetto? no non esiste - già può essere ? - ma qualcosa che ci assomiglia molto si! Questo lo possono testimoniare ed affermare molte coppie che con gli anni hanno “resistito”, e possono dire di aver vissuto felicemente. Per chi è cristiano fare di tutto per impegnarsi a realizzare un matrimonio felice, è quasi d’obbligo perché come bene spiega il testo, ne va della salvezza reciproca dei coniugi.
Il matrimonio non è in ordine solo alla realizzazione della vita umana, ma è anche e soprattutto una grande palestra per la vita del cielo.
Ovviamente bisogna intendere cosa significa felice.
Questo testo spiega bene, con un linguaggio scorrevole e a tratti divertente, che cosa Dio chiede alle coppie cristiane (non solo quello che si dice chieda la chiesa) ma proprio ciò che chiede Dio, perché il matrimonio realizza noi come figli di Dio e come coppia, è una vocazione da comprendere, accettare e realizzare.
Un libro consigliatissimo ai sacerdoti che lo possono proporre nel cammino con i fidanzati (lettura singola o condivisa), consigliato alle coppie già sposate da qualche anno per fare tappa e vedere se stiamo rispondendo e corrispondendo a Dio nel nostro cammino. Ed anche ai giovanissimi, dai 15 anni in su, perché è bene, mentre il mondo propone a 360 gradi una certa visione del matrimonio e della famiglia, anche noi costruire in tempo la “visione cristiana” di esso.
Il testo propone anche molti esempi pratici, non è solo teoria e catechesi.
Nella seconda parte viene raccontata in dettaglio e spiegata la storia di Osea.., questa parte fa riflettere soprattutto chi sta vivendo momenti di difficoltà matrimoniale, dove fa fatica e vedere cosa Dio gli chiede in quel momento.
Viene spiegata bene, la lettera di S.Paolo (Efesini 5,21-33) , questa spiegazione/catechesi andrebbe fatta a tutti i fidanzati perché ben comprendano cosa Dio chiede alla coppia di sposi, veramente e non ciò che il mondo fa dire a S.Paolo!
E non dimentichiamo che ci sono già molte coppie sante! Sicuramente molte sono state tali solo agli occhi di Dio e quindi già beate in cielo , ma ora alcune di esse sono salite agli altari (coniugi Martin – genitori di S.Teresa di Gesù, i coniugi Quattrocchi, beatificate ed altri servi di Dio.
E poi il finale, molto commovente.
Pg 18
Amerai il prossimo come te stesso – Gv22.7
Gli oggetti dell’amore sono tre: Amerai il Signore tuo Dio (primo) amerai il prossimo tuo (secondo), come tu ami te stesso (terzo)
Se non siamo capaci di amare noi stessi non ameremo neanche il prossimo, il marito e la moglie, perché l’amore per se stessi è il punto di partenza per amare anche il prossimo. Se devo amare il prossimo “come me stesso” è chiaro che prima devo amare me stesso, poi il prossimo.
Pg 19
Mi direte ma amare se stessi non è il principio dell’egoismo?
Nel vangelo è scritto di rinnegare se stessi ed amare i nemici..
E’ vero , però ciò che è da combattere è auto - l’idolatria, il narcisismo
Come nei romanzi di Pirandello, ci creiamo un personaggio come gli altri vogliamo ci vedano…
Marito pirandelliano
Un uomo che non si possiede: vive secondo delle immagini di se stesso, e alla fine l’immagine conta più della realtà.
Pg 24
Il passo da compiere è prendere coscienza di quello che sono, accettarmi e credere che Dio possa fare nonostante me, un grand santo.
Se non parto da qui l’amore coniugale mi diverrà impossibile. Che cos’è l’amore coniugale? È un amore oblativo cioè un amore che si dona.
Pg 27
Vuol dire che la dolcezza che il Signore da a noi, deriva dalla sofferenza, mutata da Dio in pace interiore.
voi amate il vostro coniuge nel momento in cui abbattete il vostro io e vi donate nell’amare lo sposo.
pg 28
è bene ogni tanto sedervi intorno a un tavolo, per dirsi “verifichiamo come stanno le cose, stiamo andando bene?”…
pg 33
Quando non ci sono più ostacoli, io marito non cerco più di cambiare te, perché tu hai lavorato su te stessa, io ho lavorato su me stesso e il nostro rapporto, la nostra comunione adesso è perfetta.
Pg 34
Gli sposi che invece credono nell’azione della grazia e del sacramento, stanno insieme tutta la vita per giungere all’unione perfetta.
Pg 37
Cosa significa comunicarsi…comunicare all’altro qualcosa di se attraverso i racconti della nostra giornata
Per comunicarsi ci vuole impegno e tanta voglia
pg 40
Cosa significa dialogare:
ascolto quello che tu mi dici come se fosse un punto si vista completamente nuovo, che io non conosco ancora, io ti offro la mia ricchezza e voglio conoscere la tua. Per vivere questo ci vuole molta umiltà
servire
Il tempo è un servizio.
Anche se vi costa, se siete stanchi, stare con lei senza orologio, è veramente un atto d’ amore. E’ così quando qualcuno sente che il vostro coniuge è a piena disposizione
Pg 43
Da quando vi siete sposati, amate di più il Signore?
Voi vi siete sposati non semplicemente per soddisfare le esigenze umane, psicologiche affettive, ma per diventare più santi. Questo è il senso del sacramento.
Pg 47
Allora cari sposi vi supplico pregate insieme
Pg 64
L’umanità è salvata perché c’è almeno un uomo che ascolta la parola di Dio e la mette in pratica, Ascoltare la parola di Dio e metterla in pratica, è la vera salvezza il vero patto, la vera alleanza corrisposta.
Vi siete accorti del disegno di Dio per voi? Anche oggi Dio è pronto a salvare l’umanità attraverso la tua obbedienza che è la tua docilità
Per quanto riguarda voi sposi il Signore non vi chiede di salvare il genere umano – per quello ci ha pensato nostro Signore – ma di partecipare attivamente alla salvezza della vostra famiglia
Pg 78
La speranza teologale ha invece come oggetto Dio stesso, e il cristiano deve avere come progetto di vita proprio la realizzazione della vita divina
Pg 98
I discepoli non hanno capito quando Gesù gli ha chiesto di pregare nel Getsemani
Ci voleva il Getzemani per capire cosa fosse l’amore vero; ora sappiamo che significa prendere il peso dei peccati degli altri, soffrire e patire per loro
Pg 102
Un amore assoluto
Sacrificandovi a vicenda, vi aiutate a salvarvi l’uno con l’altro
Pg 103
Se andate dallo psicologo egli vi dirà: Sii te stesso” io invece al contrario vi dico:
“non siate voi stessi” perché nel vangelo il Signore Gesù vi esorta: rinnega te stesso, non per vivere come un alienato, ma travasato in Cristo “rimanete in me ed io in voi”
Pg 109
Sulla sottomissione
Siate sottomessi gli uni agli altri (ef 5.21)
Il versetto ci fa venire in mente un'altra parola: “ Ognuno consideri l’altro superiore a se stesso (Fil 2.3) Basterebbe finire qua, perché sia nel matrimonio, sia nella vita con il prossimo, se considero l’altro superiore a me sesso, sono sempre sottomesso, non in quanto lo riconosco superiore, ma per la motivazione che segue “state sottomessi gli uni agli altri nel timore di Cristo”, ossia nel rispetto al fatto divino, di Gesù risorto che è tra noi.
Se fra me e te c’è Gesù, allora comincio a ragionare in modo diverso: tu non sei una cosa da possedere, una proprietà da usare. Se fra me e te c’è Gesù, l’asse va subito spostato: non ti devo possedere, ma devo vivere in riverenza verso di te in quanto creatura di Dio, donata a me dalle mani del Signore.
Pg 118
Avere cura deriva dal greco Kara, che significa lamento
Avere cura della moglie significa allora condividere il lamento, condividere il dolore
La moglie spesso non vuole soluzioni ma essere ascoltata (riassunto di un paragrafo)
L’uomo l’ascolti, la guardi in faccia, la prenda per mano: questo è il matrimonio perfetto. La donna è già contenta non perché abbia risolto il suo problema, ma perché lo può condividere
Pg 122
Ricordo sempre i miei con perdono e e gratitudine e vivo così con loro una nuova amicizia. Possiamo davvero diventare amici, profondamenti uniti al papà e alla mamma che vanno verso la vecchiaia, proprio se li abbiamo congedati.
Ritorneremo in altra vesta, li abbracceremo come figli e come fratelli e quando diventeranno anziani (addirittura come se fossero diventati nostri figli, perché avranno bisogno di tutto) noi saremo pronti perché i rapporti saranno purificati.
Pg 125
Nella fase educativa occorre una lenta opera, non solo nella preghiera, ma anche nel dialogo, nella conversazione, per cercare di portare i nostri ragazzi alla comprensione dell’importanza del sacramento.
Pg 129
Ciò significa che l’unione degli sposi è in ordine alla salvezza: amando la moglie o il marito lo “salvo” e vengo salvato! Ma in quale maniera? Il talamo è segno e simbolo: mi dono e ricevo dall’altro. Ma per donarsi occorre uscire da se, superarsi, ossia, per usare un linguaggio del vangelo, morire a se stessi. ..
Non si può amare senza accogliere l’altro così com‘è, senza la rinuncia a se tessi; ecco perché parliamo di talamo come croce
Per vivere questo ci vuole tempo e pazienza. Devo essere disposto a modellarmi, a togliere gli spigoli di me stesso che impediscono l’unione. La sola unione fisica non è certo sufficiente per dire di amarsi: il lavoro vero è diventare uno all’altro malleabili, entrare nel cuore dell’altro togliendo le proprie ruvidezze che impediscono la perfetta unione (attenzione: ho detto le proprie, non quelle del coniuge)
Se ognuno dei due compie quest’opera di cesellamento su se stesso, l’unione diventa piena e completa.
Pg 132
Il matrimonio non è in ordine solo alla realizzazione della vita umana, ma è anche e soprattutto una grande palestra per la vita del cielo, laddove la comunione sarà perfetta.