Il grano e la zizzania
Il grano e la zizzania / Thomas H.Green
Il discernimento punto di incontro tra preghiera e azione
ADP
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Premessa:
il testo parte dal considerare il discernimento secondo gli esercizi di Ignazio di Loyla. Quindi consigliato a chi ha già letto o fatto qualcosa sugli esercizi ignaziani.
Non è un doppione sugli esercizi, ma alcune considerazioni che servono come approfondimento o ripasso degli esercizi. La lettura è gradevole e scorrevole, e lascia una pace nell’anima.
Consigliato a sacerdoti/religiosi/ ed ai laici che conoscono qualcosa degli esercizi.
Ps per chi non conosce gli esercizi consiglio il libro : la gioia del dono / vedi nel blog
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Pg 39
Il Dio d’Israele è coinvolto nelle storie delle sue creature, non è un Dio orologiaio, che ha plasmato cose e persone per poi abbandonarle a se stesse.
Il suo coinvolgimento è misterioso e oscuro > lascia spazio alla libertà umana e si manifesta attraverso agenti umani i quali possono distorcere o confondere il suo msg mentre lo trasmettono tanto più che sembra ci siano altre “voci” in competizione con quelle di Jahve che cercano di fuorviare il suo msg imitando la sua voce
Già nell’At. Erano chiamati a discernere anche se la parola non esisteva ancora
Il modo in cui gli Israeliti percepivano Dio non era ancora maturo… da permettere una dottrina del discernimento pienamente sviluppata
Chiaro esempio di tutto questo Giobbe
Pg 40
Giobbe soffre/ quindi doveva aver peccato e deve pentirsi
Secondo i suoi amici che rappresentano la teologia ortodossa del tempo la miseria esteriore di Giobbe era segno evidente che Jhave sia irritato contro di lui
Giobbe replica che la sua coscienza non ha nulla da rimproverare e che non può pentirsi di qualcosa di cui non è consapevole
I suoi amici considerano questo orgoglio
Il testo spiega come “questa rappresentazione di Dio” che ne esce, non è proprio un burattinaio ma ci assomiglia, è cmq un Dio monarca o cmq un padre di figli piccoli
Quest’immagine di Dio è cmq presente in molti cristiani di oggi
Canonizzata dalla dottrine della predestinazione
Invece secondo S. Tommaso d’Aquino:
pg 41
possiamo sbagliare e fare un uso errato della ragione e giungere a conclusioni errate Ma nella misura in cui facciamo un uso corretto del nostro intelletto, non potremo mai giungere a conclusioni che siano in contraddizione con l’intelletto di Dio
Ora parliamo di Gesù Aveva obbedienza e passione verso il Padre e la sua volontà,
pg 43
S. Ignazio ha canonizzato (i lettera sull’obbedienza) ma solo come punto di arrivo di un lungo processo di dialogo e discernimento tra superiore e sottoposto
S. Teresa d’Avila nel Castello Interiore dice che “l’unione delle volontà è il solo tipo di unione essenziale per la santità
Per lei questa unione delle volontà >
Pg 43
da lei collocata al centro della santità è quella della volontà umana dinamica, appassionata, pienamente viva di cui parla Kierkegaard.
Secondo S. Ignazio/Teresa/Kierkegaard non si diventa santi trasformandosi in robots, ma armandosi del pieno potenziale della propria personalità per incanalarla verso la meta dell’amore del servizio di Dio che tutto consuma
Purtroppo l’ideale dell’obbedienza cieca è stata distorto nel corso dei secoli
Il nostro discernere può essere infallibile?
Pg 45
In teoria si se anche noi come Gesù fossimo totalmente aperti allo Spirito di Dio
E’ probabile che i santi si avvicinino a questo livello di unione con la volontà del Signore man mano che maturano
Neppure gli apostoli erano tanto aperti durante la vita pubblica di Gesù, erano anzi chiusi, bloccati nel loro amor proprio tipo i figli di Zebedeo volevano posto nel regno dei cieli Mc 10,35
Seguono altri esempi
Essi discernevano ma non in modo infallibile
Pg 53
Il discernimento di Gesù non sbagliava perché era completamente aperto allo Spirito
Lo S.Santo ha potuto guidarlo secondo la volontà del Padre anche se quella volontà era oscura per l’intelletto umano di Gesù, perché egli era un uomo senza peccato, senza attaccamenti disordinati
Pg 53
La maggior parte di noi invece per gran parte della vita è come Pietro
Voleva compiere la volontà di Dio, ma voleva anche altre cose
Amava Gesù e credeva fermamente che egli fosse il Cristo, ma un Cristo conforme alle sue idee, alle sue aspettative, ai suoi attaccamenti. Come deve essere sembrato strano ed imbarazzante essere lodato e rimproverato praticamente allo stesso tempo. La maggior parte di noi credo si identifica con Pietro ..
Pg 56
Vale anche per noi non si ricorre alla Scrittura per avere soltanto una saggia istruzione etica ..ma per incontrare Dio nella persona di Gesù
N T. ritroviamo un Dio Padre di figli maturi
Pg 64/65
Il discernimento è spesso su questioni “concrete di vita”
Possiamo dire che il discernimento è l’arte di trovare la volontà di Dio
Tre presupposti:
1) Fare la volontà di Dio > credente impegnato è chi desidera fare la volontà di Dio compiere la sua opera nel mondo .
Se non voglio veramente/ se non desidero veramente ciò che Egli vuole, il discernimento è impossibile
2) Apertura a Dio Non è sufficiente che il discernimento sia pio e devoto. Dio può avere un ruolo significativo nella vita di una persona, senza che tuttavia ci sia il desiderio di compiere la sua volontà. Per desiderare autenticamente la volontà di Dio bisogna essere veramente APERTI A DIO. Un Dio sempre misterioso che spesso stupisce e disturba, come sosteneva Kirkegard
Pg 37
S.Ignazio esercizi di Prima settimana > conoscenza di se per vedere se stessi come ti vede Dio
3) conoscenza di Dio, si possono avere desiderio di compiere la volontà di Dio senza sapere come scoprirla
Con un direttore spirituale, “il quale dovrebbe avere più esperienza di me su Dio”
Pg 69
La direzione spirituale è il contesto “normale” … anche se non essenziale del discernimento .. divenga sempre meno necessario man mano che si diviene esperti nella via del Signore anche se
ritengo sia desiderabile per tutto il corso della vita se si vuole crescere in sensibilità su ciò che vuole il Signore
ruolo primario del direttore spirituale> portare l’anima ad una conoscenza sempre più profonda ad una sensibilità maggiore dello Spirito di Dio
Riepilogo pg 70
1) Desiderio compiere le opere di Dio
2) Disponibile a essere condotta e istruita dal Signore
3) Per fare i punti due, esperienza di conoscere il Signore
Pg 72
Il problema non sta soltanto nel fatto che Dio non ha occhi e voce ; in senso fisico, questo problema può anche essere superato se noi crediamo che egli ci parla attraverso i sacramenti, e con il copro attraverso la voce del profeta, del sacerdote, del Papa, degli autori delle scritture
Il vero problema di udire la voce di Dio sono… molte false voci che competono con la voce di Dio
Efesini 6, 11
Ecco quindi s.Ignazio regole sul discernimento…
Pg 74
Una persona che discerne deve essere umile , caritatevole e coraggiosa
Umile > le situazioni di fede sono oscure.. e ostacolate dalla nostra peccaminosità/dovrebbe dubitare in modo sano di sè
Caritatevole > in quanto orante maturo, è conscio della propria debolezza, peccaminosità e capacità di autoingannarsi
Coraggioso > il sano dubitare di sé non porta alla timidezza o alla paralisi psicologica ma al coraggio di rischiare/ posso sbagliarmi ma grazie a Dio il Signore non ci chiede di essere sempre nel giusto ma di essere sempre onesti e fedeli alla comprensione della sua volontà
Pg 79
Seguono esempi concreti (che qui non riporto)
La distinzione tra fare l’opera di Dio e (che Egli vuole) e lavorare per Dio (ciò che noi vogliamo per Lui) non è chiara neppure ai religiosi maturi..
dall’esperienza dell’autore richiede una spiritualità piuttosto avanzata e rara
PARTE SECONDA
Pg 87
Il ruolo di un buon direttore, ammettendo di trovarne uno, non è quello di rendere dipendenti da sé coloro che dirige, ma di aiutarli a diventare essi stessi oranti maturi, capaci di discernere.
Quando si tratta di prendere decisioni cruciali, il tempo il come sono importanti, e la forma del ritiro spirituale è la migliore
Tempo della rivelazione, es spirituale s. ignazio . 75
Seguono varie riflessioni sul discernimento con riferimento agli esercizi di S.Ignazio
Pg 103
A volte è possibile discernere, direttamente mentre altre volte occorre un lavoro di “vangatura”
Il lavoro del D. si fa sulle consolazione e desolazione
Pg 114
L’orante maturo deve essere in contatto con i propri sentimenti: deve avere anche delle buone basi per giudicare dove essi vengano
Pg 115
Pg 121 sulla desolazione
La desolazione pur non essendo mai segno della voce di Dio per chi cerca di amarlo e servirlo, non è neppure un cattivo segno ..non implica necessariamente che Dio sia dispiaciuto con noi o che siamo negligenti
La desolazione non è mai “da Dio” ma può essere un efficace mezzo di crescita
La desolazione viene dallo spirito cattivo > non prendere decisioni in tempo di desolazione
Le anime che hanno una vita di preghiera troveranno i loro 30 minuti insopportabili ..
Pg 129
Mentre il l Signore non potrà mai provocare la desolazione, essa non può verificarsi senza che egli lo permetta
Come può un Dio buono permettere il male? E la desolazione è un male… se non lo causa perché non lo previene?
Esistono 3 motivi: la nostra negligenza/ il desiderio di Dio di provare il nostro amore per Lui/ e di insegnarci che la consolazione è un dono
Il Signore può permettere che il diavolo svolga la sua opera desolatoria ma mentre per il diavolo l’obiettivo è la distruzione della persona, quello del Signore è scuoterlo perché si renda conto della propria negligenza e torni all’antico fervore.
Mio riassunto di una pagina
Ed anche quando uno “pensa” di non essere stato negligente… è bene che dica…forse non me ne sono reso conto > umiltà, non dimentichiamo che il Signore vuole la nostra santificazione
Pg 133
Signore lo sai che io voglio solo compiacerti. Sei libero di correggermi in tutti i modi che vuoi
Questo tipo di preghiera Gli fa enormemente piacere
Pg 134
Noi tutti cerchiamo di manipolare i nostri incontri con Lui , vogliamo che venga quando lo desideriamo. Quando troviamo un luogo cerchiamo di ritornare li per sperimentare la stessa consolazione. risultato > la desolazione
Se potessimo farlo comparire attraverso le “nostre tecniche” egli non sarebbe Dio ma sarebbe il frutto della nostra immaginazione > orgoglio/superbia/ vanagloria attribuendo a noi stessi la devozione etc
Pg 136
Desolazione come prova
Questa desolazione è infatti il fuoco purificatore nel quale il nostro amore viene reso forte e perfetto, brucia tutte le impurità dell’egoismo e della timidezza del nostro amore e fonde l’anima con lo Spirito di Gesù
Parte terza
Pg 149
Consolazioni senza causa previa
Sono rare, ma ci sono e
Pg 149
sono preziose perché provenienti veramente da Dio
seguono altri esempi e valutazioni sulla consolazione, anche in questa esperienza lo spirito cattivo può infilarsi
esempio: stiamo pregando > consolazione > veniamo interrotti da un confratello o dal telefono o altro… e ci arrabbiamo per l’interruzione…, allora la nostra preghiera/consolazione non era interamente dal Signore
Pg 159
questo non vuole dire che siamo cattivi o bugiardi
significa che il diavolo è sempre all’opera e non dobbiamo fidarci delle nostre consolazioni
Grano e zizzania Pensiamoli come “seminati” nella nostra anima, e non solo nel mondo quindi
Pg 165
Qualcuna delle nostre debolezze istintive e volontarie ha molte possibilità di rimanere in noi fino a quel tempo di mietitura che è la morte. Il Signore le lascia in noi per mantenerci umili per farci rendere conto di quanto dipendiamo da Lui e di quanto siamo incapaci di fare del bene senza la sua Grazia ed il suo potere.
Sembra che il grano delle nostre virtù (fiducia, umiltà, gratitudine, zelo) non possa giungere a piena maturità senza la zizzania dei nostri fallimenti istintuali
Come S.Paolo/ ti basta la mia grazia/ spina etc
Pg 166
Il valore educativo della zizzania
Abbiamo bisogno di ritornare spesso alla parabola della zizzania in mezzo al grano..
Di scoprire il significato e lo scopo di questo mistero
Imparare la lezione dalle nostre infermità, quella zizzania potrebbe rischiare davvero di soffocate il grano e distruggere il raccolto
Dobbiamo considerarla con gli occhi dell’amore del discernimento
Se lo faremo la zizzania diverrà per noi strumento per approfondire fiducia e umiltà, ci purificherà ci renderà veri “galleggiatori” nel mare del Signore
Il valore purificatore però non è l’unico, c’è anche quello educativo che S.Ignazio riferisce alla sesta regola 334
Una volta scoperta la “coda del serpente” ..conviene esaminare e vedere etc
Pg 167
Questo detto anche da filosofi tipo Socrate
La vita non riesaminata non merita di essere vissuta
Tutti noi sbagliamo ma è proprio della persona saggia apprendere dai propri errori. Se riusciamo a farlo ecco che essi non saranno più disastri ma piuttosto parti essenziali della nostra crescista
Per qualcuno quest’analisi è eccessiva…occorre conoscersi per bilanciare bene
Anche qui lo spirito cattivo è un abile stratega
Se sei un tipo ansioso , perfezionista, egli incoraggerà quest’eccessiva autoanalisi e la chiamerà virtù. Se siete superficiali e poco riflessivo tenterà di rinforzare le proprie debolezza chiamandole spontaneità e naturalezza
Esiste poi un tempo per ognuno (dei tempi)
Altri esempi dove si vede come grazie alla direzione spirituale, alle domande che ci vengono fatte possiamo scoprire la presenza dello Spirito cattivo
Pg 172
Il bravo direttore produce anime in grado di stare in piedi da sole
Pg 174
Ci sono diversi tipi di zizzania
Quello che di solito noi diciamo essere “ci cuce il vestito addosso” MA
Per chi è fedele alla preghiera e cerca di crescere nell’amore che discerne, la conoscenza non è solo conoscenza di Dio.. ma anche a conoscerei vari tipi di zizzania
Molti non potranno essere eliminati dalla nostra vita, ma più ne conosceremo, attraverso l’esperienza vissuta, meno ci sarà pericolo che possano distruggere il raccolto
La zizzania può anzi contribuire attivamente alla crescita e alla maturazione del grano
Pg 176
Il problema della zizzania del mondo è che spesso non la riconosciamo come tale
(e dagli esempi fatti in precedenza non si chiama più peccato quello che cmq lo è
Pg 181 conclusioni
Anche la zizzania che chiamiamo diavolo ha dunque il suo valore nel campo del Signore
La zizzania può distruggere il raccolto ma a chi vive la propria vita nell’amore che discerne, a chi è attento e sensibilizzato al pericolo …ad assicurare un raccolto ancora più abbondante
Vi sono altri esempi anche di esperienze concrete e “particolari”
Un anima che impara a discernere e discerne .. arriva ad un punto di equilibrio
Pg 194
C’è una pace interiore costante e abituale, segno dell’amore maturo che discerne, che può anche coesistere con il turbamento a livello dei sensi, alla superficie della vita. E’ questa pace interiore a contrassegnare la presenza di Dio nel pozzo asciutto, o nella notte oscura che abbiamo imparato a guardare sotto la superficie dei nostri sensi.
Pg 195
Esistono due diversi “livelli” di consolazione, l’uno nei sensi, l’altro più profondo, nell’anima.
Il primo…da principianti è transitorio e poco affidabile, ha sempre una causa previa
La seconda consolazione si radica più profondamente nell’anima è una consolazione senza causa previa permanente ed è il dono migliore e più sicuro che Dio fa a chi matura nel suo amore
Seguono altri esempi/ testimonianze, di come si può giungere ad un punto profondo della preghiera, ed a una piena ed autentica consolazione
Pg 199
Questo avviene quando come nel caso di H.H. la nostra preghiera e la nostra ricerca del Signore sono apostoliche
Pg 204
E per essere una persona che discerne bisogna essere una persona che prega
Come infatti abbiamo sottolineato ovunque, in questo libro, il discernimento è una funzione del proprio rapporto personale con Dio. E’ il punto in cui la preghiera si incontra con l’azione
Pg 212
All’inizio i minuscoli germogli di grano e zizzania sono praticamente indistinguibili. Man mano che matura il grano e con esso anche la zizzania, la differenza tra i due diviene sempre più evidente.
Li identifichiamo..
Ma ci accorgiamo che di non essere liberi di sradicare i tipi più tenaci dell’indesiderata zizzania
E’ il Signore stesso a dirci che si deve lasciare che crescano fino alla mietitura