FARSI SANTI CON CIO' CHE C'E'

FARSI SANTI CON CIO’ CHE C’E’

Luigi Maria Epicoco

Tau editrice

 

E’ un piccolo libretto, i primi due capitoli nascono come la trascrizione della relazione fatta ad un convegno di pastorale familiare, da parte del don.

Quindi parte come riflessione indirizzata alla famiglia. E già qui viste le problematiche familiari così diffuse, questo testo è altamente consigliato.

Ma lo consiglio veramente a tutti.

C’è tutto il cristianesimo, c’è tutto il significato del nostro vivere e del nostro soffrire, c’è spiegato per filo e per segno con un linguaggio semplice ma molto incisivo quale atteggiamento e sguardo avere nei confronti della vita terrena e vita eterna.

La prima domanda potrebbe essere ma tu vuoi divenire santo/a? e di solito si risponde, ma sai è cosa per pochi…, invece no è “cosa” per tutti!

Perché abbiamo per PADRE, il santo dei santi! E Lui che ci plasma e ci chiama ad esserlo.

Però se non ne abbiamo consapevolezza o peggio ancora ci diciamo, no non mi interessa, perdiamo la strada…, se siamo cristiani rinunciamo a seguire Cristo che ci vuole santi e ci dice:

Matteo 5:48

Voi dunque siate perfetti, come è perfetto il Padre vostro celeste.

Se non lo siamo, e non vogliamo conoscere quest’opportunità, i primi a rimetterci siamo noi, perché rischiamo di farci avvolgere dall’angoscia, dalle tenebre e dalla non comprensione di quello che viviamo.

Ovviamente non basta leggerlo per divenire esperti e sapienti, ma credo permetta veramente di ripulire dalla nostra mente tanti concetti e opinioni errati.

La fonte è più che mai autorevole e affidabile.

Come al solito riporto qui alcuni spunti ma forse non rendono l’idea, fuori dal contesto.

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Sei felice? Perché la santità ha di fondo questa domanda…essere felici non significa non avere problemi, non vivere delle contraddizioni, non vivere delle fatiche di ogni giorno. Essere felici significa avvertire che la propria vita è significativa al di la di quello che ci sta succedendo al di la di quanto può essere faticosa

La vera attività del male sta nel pervertire il nostro sguardo: il male ti cambia il punto di vista

una persona cambia vita non quando cambia la sua vita ma il suo sguardo con cui guarda la propria vita

la prima grande tentazione che dobbiamo superare è che dobbiamo farci santi con ciò che dovrebbe esserci, e non con ciò che c’è davvero.

Il primo passo di chi si vuol far santo è quello di riconciliarci con quello che c’è.

E questo riconciliarci …dura molti anni

Per essere santi bisogna essere profondamente concreti e non bisogna essere ideologici

Troviamo una vocazione quando troviamo concretamente il modo di toccare la carne di Cristo.

Nel matrimonio il marito è la carne di Cristo per la moglie, e la moglie la carne di Cristo per il marito.

Anche se viviamo insieme, ci sentiamo profondamente soli, il male così si è insinuato nel sacramento del matrimonio ed ha reso impossibile la liberazione, perché è andato a toccare il minimo sindacale affinché una vocazione funzioni, la relazione

 Ascolto

L’ascolto non è sapere quello che l’altro vuol dirmi, magari saperlo anche, ma permettere all’altro di dirlo, permettere all’altro di dire quello che sta vivendo, quello che sta pensando, quello che sta provando, quello che sta decidendo.

L’ascolto è fatto da un deliberato momento di accoglienza, soprattutto della vita dell’altro, è lasciare che l’altro si consegni a noi.

Nelle nostre dinamiche umane non agisce solo la grazia di Dio, agisce anche la disgrazia del male

Il sacramento della confessione è un sacramento di guarigione…la grazia di Dio perde tempo con noi, ci guarisce mano a mano un pò alla volta. L’amore ci salva un pò alla volta

La grazia del matrimonio cresce proporzionalmente alla santificazione personale, ma anche alla santificazione di coppia, alla crescita della vita spirituale di coppia.

La seconda caratteristica della vita spirituale è questa: non è tanto quello che facciamo noi, ma quello che fa lo Spirito in noi.

La vita spirituale la si misura in proporzione a quanto rende migliori i nostri dinamismi umani

Il Signore non ci ha chiesto di riuscirci ma di provarci.

La santità è lasciarci trovare il giorno della nostra morte, ancora intenti a riprovare la stessa cosa.

La bellezza della parola di Dio è che essa è utile nella misura in cui la frequentiamo, cioè nella misura in cui riusciamo a costruirci un rapporto feriale, normale.

Se vogliamo cambiare il modo di ragionare, dobbiamo decidere chi frequentare.

Una vita senza parola di Dio, è una vita al buio.

Su eucarestia e offerta, e offertorio: se vuoi che una cosa sia impastata di eternità non tenerla per se offrila!

È difficile essere santi senza Maria, non è devozionismo, è Cristo che ha voluto così.

Se il punto numero uno del cristianesimo è amare, il punto numero zero è lasciarsi amare

Si comincia a vivere la vita spirituale, quando si comincia a capire qual è la volontà di Dio

La Croce è trasformare la croce da una lapide, una tomba, un muro…a un occasione che ci porta da qualche altra parte

La vita non la ritroviamo mettendo sempre in ordine dentro noi stessi, ma la troviamo nelle relazioni sane

Avere la fede significa non credere che Lui esista ma che Lui mi ami

Dio riempie la nostra vita attraverso le relazioni.

Il Signore non cambia il nostro modo di sentire la vita, cambia la nostra capacità di essere liberi di fronte a ciò che sentiamo

4/12/20