ARTIGIANO DI UMANITA' - SAN GIUSEPPE
Artigiano di umanità
Fredeeric Manns
Bruno Varriano
Ed ETS
14.00
E’ con piacere che vi presento questo libro su San Giuseppe. E’ un libro un po’ diverso da altri, originale nel contenuto, frutto della notevole preparazione degli autori. F. Manns presbitero e biblista e B.Varriano presbitero, psicoanalista e rettore santuario dell’Annunciazione e di S.Giuseppe a Nazaret.
Come viene descritto alla fine del testo:
Pg 131
Con il passare dei secoli, la figura del giusto di Nazareth, è però sempre più passata in secondo piano, allontanata da quella che fu la sua primordiale missione nella storia della Salvezza, quella di essere *custode, educatore del Figlio di Dio e protezione della Sacra Famiglia*
P Tarcisio Stranamare dice, non “possiamo fare una biografia di san Giuseppe al pari di altri santi, perché la sua figura e missione lo situano in tal modo vicino a Cristo, da inserirlo nel mistero dell’incarnazione
Numerose sono le encicliche o documenti papali che si sono occupati di S.Giuseppe
Pio IX nel 1870 l’ha proclamato patrono della chiesa
Il testo è scorrevole ed attraverso l’analisi dei testi del vangelo in cui compare la figura di S.Giuseppe, vengono raccontati e spiegate, molte usanze dell’epoca, episodi non raccontati dai vangeli, ma evidentemente noti dalla storiografia e tradizione orale, e con molti collegamenti con l’antico testamento. Sicuramente siamo molto “ignoranti” in materia.
Il libro è comunque di facile lettura, e consigliato a tutti coloro che amano approfondire e non rimane fermi alle quattro nozioni imparate dal catechismo. Una parte è inoltre dedicata alla riflessione sulla paternità e sull’essere educatore, vocazioni in crisi di questi tempi.
Come al solito riporto alcune parti significative, riassumo io (in corsivo) la descrizione di intere pagine
***
Abbiamo bisogno di uomini “giusti” e chi nella storia è stato chiamato così? (Mt 1.19)
Anche la rivelazione che l’angelo fa a S.Giuseppe, di solito siamo abituati a leggerla o ad ascoltarla come cosa nota, e con leggerezza, ma in realtà è un esperienza drammatica e seria quella che vive S.Giuseppe prima dell’apparizione dell’angelo, ed anche dopo, pur credendo rimane turbato, pur fiducioso in Dio.
Matteo 1
20 Mentre però stava pensando a queste cose, ecco che gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa, perché quel che è generato in lei viene dallo Spirito Santo. 21 Essa partorirà un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati».
Anche nel racconto della nascita di Gesù presso la grotta a Betlemme, dopo che i pastori fanno visita al bambino:
pg 105
i pastori lo ringraziarono e gli ricordarono che tutta la storia di Israele era stata fatta da pastori; Abel, Mosè , David e tanti altri . Il messia doveva essere il pastore del suo popolo
Numerosi sono gli aneddoti raccontati, vissuti da Giuseppe. Una famiglia dove si pregava e si portava il bambino alla sinagoga per apprendere
Pg 113
Non solo recitava a memoria lo Shema, ma conosceva molti racconti biblici. Gli studi effettuati durante l’infanzia erano considerati come un’ iscrizione con inchiostro fresco sul papiro. Erano indelebili
I racconti dei vangeli riferiti all’infanzia di Gesù che siamo abituati a sentire e conoscere a memoria, vengono qui raccontati con descrizione di particolari e riferimenti biblici. Questo ci consente di valorizzarli di più nel nostro cuore e di comprenderli. Soprattutto capire che con la nascita e vita di Gesù, c’è una storia della salvezza che ha suo percorso prima e dopo.
Per esempio durante il pellegrinaggio a Gerusalemme, Gesù ed i figli di Zebedeo passano attraverso di versi luoghi significativi ed enunciati nell’Antico Testamento.
Quando arrivano a Gerusalemme si legge:
pg 117 – riferimento a a quando Giuseppe e Maria vanno a Gerusalemme e smarriscono e ritrovano Gesù.
La tradizione proibiva ai residenti di Gerusalemme di farsi pagare per ospitare i pellegrini. Era difficile per coloro che non avevano amici in città trovare un alloggio li. Durante la settimana di Pasqua, Gerusalemme non apparteneva più ai suoi abitanti
Vengono descritti nei dettagli le usanze di queste cerimonie, nulla era affidato al caso. Un po’ come una “liturgia”, così è nelle nostre liturgie, ogni gesto ogni parola è stata pensata ed ha un significato preciso, noi spesso non lo conosciamo e non ci facciamo caso.
Nel tempio viene chiesto a Gesù, quale versetto aveva meditato ed egli risponde:
pg 125
Il sacrificio che piace a Dio è un cuore contrito.
Gesù rimase con i capi della sinagoga a parlare tutto il pomeriggio e promise che il giorno dopo avrebbero continuato la conversazione, perché Gesù voleva la spiegazione del testo di Isaia:
Isaia 53, 7-12 Come un agnello condotto al macello,
Ma al ritorno a casa seppe che la mattina successiva i genitori si sarebbero uniti alla carovana in partenza per la Galilea, così decise di alzarsi presto e recarsi al tempio:
Pg 126
Apprese che il Messia era l’agnello di Dio e che avrebbe offerto il suo corpo ferito sull’altare di Dio
Nel frattempo Maria e Giuseppe partirono e pensarono che Gesù fosse con la famiglia di Zebedeo, quando scoprirono dovettero tornare in dietro e sappiamo che:
Luca 2.49
Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?». 50 Ma essi non compresero le sue parole.
La figura di San Giuseppe nella chiesa
Pg 139
Lo Spirito santo lavorò in entrambi (Giuseppe e Maria) nelle parole dell’angelo
San Giuseppe esempio grande della paternità e di come viverla
Pg 148
Il Padre colui che educa si pone davanti a chi apprende come “servitore della sua crescita”
Educare comporta fatica, per rendersi amabili, guadagnare stima perché si stabilisca quella relazione di fiducia che favorisce l’azione educativa
Pg 148/149
Essere padre educatore/educatrice , è una “vocazione” Da la motivazione ad agire , la forza di perseverare , la determinazione nel perseguimento degli obiettivi, la capacità di autocontrollo per resistere a insuccessi e frustrazioni