Viaggio nel cielo dell’anima con Teresa d’Avila

Viaggio nel cielo dell’anima con Teresa d’Avila

Edizioni messaggero Padova

Roberto Tavelli

Euro 17

Questo testo non è adatto a tutti, è consigliato a:

chi già conosce abbastanza la spiritualità di S.Teresa d’ Avila, a tutti i sacerdoti e religiosi/e, che si suppone conoscano la santa o comunque le dinamiche spirituali più profonde, e a chi ha fatto studi di psicologia, e magari anche credente vuole provare a comprendere come certe dinamiche interagiscono o meno con l’aspetto più profondo dell’animo umano.

L’autore con un linguaggio - a tratti molto tecnico - mette in evidenza le differenze tra gli aspetti più profondi che fanno capo “solo” ad ambiti psicologi con altri che invece fanno parte di ambiti più profondi e vanno ben distinti !

Consiglio però a tutti di proseguire e leggere le frasi qui sotto riportate, possono essere di aiuto e stimolo per chiunque, in alcune parti ho riassunto io qualche paragrafo, che riconoscete comunque in quanto scritte in corsivo.

Può essere occasione di riflessione, su quanto tempo dedichiamo all’orazione, e di quanto impegno “buona volontà” esercitiamo.

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Lo studio dell’animo umano, secondo i recenti studi/approfondimenti

Pg 8

Ha generato una nuova interpretazione della stessa, per la quale l’anima è ridotta ad apparato psichico

Pg 8

L’intento generale dell’autore è riportare alla luce quella profonda verità sull’anima, che Santa Teresa ha sapientemente rivelato

Possiamo sostenere che ”pregare” equivale per Teresa (D’Avila) al diritto che possiede l’uomo, grazie alla propria mente, di intrattenersi con Dio e dialogare con Lui, ovvero alla possibilità, di cui solo la creatura umana dispone, di comunicare, attraverso la propria anima, con il creatore.

Nell’autobiografia, Santa Teresa dice: L’orazione è  la porta d’ingresso alle sublimi grazie mistiche che Dio mi ha fatto.

Se poniamo all’anima molti ostacoli e non facciamo nulla per rimuoverli, come può Dio venire a noi?

 Pg 15/16

Per Teresa d’Avila l’orazione autentica, è tale, solamente se l’anima (o mente) dell’orante perviene a un intima comunicazione, che benché si configuri come un soliloquio alla presenza di Dio, in realtà si struttura come un oggettivo colloquio con Dio,

Oggi, purtroppo, forse a seguito dell’egemonia con cui la psicanalisi, sin dai suoi esordi, si è imposta sullo studio dell’anima, “presentandosi come supremo sapere dell’uomo” (Marco Vannini) fatichiamo non poco a credere che “l’ IO” cosciente dell’uomo possa interloquire con il “TU” di Dio nell’anima stessa dell’orante ossia possa relazionarsi con Dio al “centro” delle sue profondità psichiche.

Pg 17

Solo accostandoci agli scritti di Teresa che testimoniano la sua personale esplorazione della mente umana…….l’anima ha una propria interiorità

Pg 19

Come ampliamente attesta Santa Teresa in tutti i suoi scritti, l’anima di chiunque si dedichi alla preghiera diventa inevitabilmente un “campo di battaglia” perché essa viene assalita da pensieri fuorvianti e opera di “spiriti intrusi” e “nemici” dell’anima, che intendono distogliere l’orante dal suo raccoglimento, affinché non raggiunga lo stato d’unione.

Ma lei in un suo scritto dice:

i soldati di Cristo, che sono coloro che vivono l’orazione, non vedono l’ora di combattere..

Teresa definisce l’orante che perviene allo stato di “unione” con l’appellativo di “alfiere” e non di “semplice soldato” che avanza nella battaglia poco a poco, nascondendosi tra le file dell’esercito.

Il demonio teme chi è determinato nella preghiera, e ne esce sconfitto invece se vede qualcuno di incostante susciterà paure e ostacoli

Pg 28

Teresa descrive l’unione con Dio con altre immagini: …possiamo paragonare l’unione a due candele di cera unite insieme così strettamente che emettono una luce sola…

È come se dal cielo cadesse acqua in un fiume o in una fonte, dove diventando tutto un'unica massa d’acqua, non si potrà più dividere né distinguere l’acqua del fiume da quella caduta dal cielo

1 cor 6.17 Chi si avvicina o si unisce a Dio diventa un solo spirito con Lui

L’anima orante luogo d’incontro con Dio (titolo di un capitolo)>

Per Teresa quest’incontro avviene gradualmente rientrando in se stessi, e questo cammino richiede >

Pg 33 Da parte dell’uomo una presa di posizione intenzionale che va costantemente rinnovata finché egli non giunga al centro della propria anima

Ogni orante con il proprio “io personale e deliberante”. Significa impegno nella preghiera , questa è la porta d’entrata

Qualsiasi presa di posizione verso il centro di sé richiede quindi sempre uno sforzo di “volontà” essendo l’unione dell’umano con il divino, primariamente “sottomissione della nostra volontà a quella divina”

Pg 37

Teresa attesta chiaramente che lo spirito dell’anima spira al centro di quest’ultima e che si esplica quale volontà totalmente autonoma e indipendente dalle potenze dell’anima.

L’anima viene rappresentata come un regno al cui centro vi è il palazzo del re che rappresenta lo spirito dell’anima ,,a

se in tale regno si verifica qualche baraonda o dello schiamazzo, cioè l’anima si trova soggetta a certi conflitti tra le potenze psichiche tutto ciò non potrà in alcun modo arrecare disturbo al palazzo del re

pg 38

il re è nel palazzo e nel suo regno ci sono molte guerre e molte traversie, ma non per questo egli cessa di stare nel suo trono.

Matrimonio spirituale, che significa

Conseguimento per l’anima orante, mediante la grazia della compagnia divina

Questo si realizza nell’anima: nel centro dell’anima

 Pg 39

Il Signore appare in questo centro dell’anima non per una visione immaginativa, ma intellettiva

Pg 41

Non fatichiamo a capire la ragione per cui all’unione dell’anima con il mistero divino, raggiunta al quarto grado di orazione, segua la manifestazione dei fenomeni statici

Pg 44

L’orazione mentale , infatti come è stata descritta da Teresa, consiste essenzialmente in un percorso deliberativo e auto-determinativo da parte dell’uomo orante di ricerca e adesione al volere divino

In termini psicologici: l’io personale/conscio dell’uomo orante sceglie deliberatamente di aderire …all' io profondo

Pg 46

È proprio li in tale centro che spira nell’anima la volontà divina e si attiva l’azione della grazia

Pg 50

Chi comincia a fare orazione deve pensare di cominciare a coltivare, per la gioia del Signore un giardino in un terreno assai infecondo, pieno di erbacce. Sua Maestà strappa le erbe cattive e vi pianta le buone

Pg 51

Con l’aiuto di Dio dobbiamo da buoni giardinieri, procurare che quelle piante crescano e aver cura d’innaffiarle affinché non muoiano e producano fiori di molta fragranza.

 Precedentemente aveva parlato di acqua per irrigare il giardino proveniente da un pozzo, ora dice che in un momento successivo l’acqua si prende da fiumi o fonte,

 pg 53

ciò costa minor fatica … a questo punto il Signore vuole aiutare il giardiniere in modo tale da prendersene quasi il posto e fare tutto Lui

 a questo punto più elevato di orazione e di unione con Dio, l’anima

 pg 54

si accorge lei stessa che opera senza alcuna stanchezza di intelletto..

qui l’anima vede più chiaramente di non aver fatto né poco né molto, niente altro se non acconsentire che il Signore elargisse le sue grazie, abbracciandole con la propria volontà

nell’anima abbiamo un castello interiore, con molte dimore

orazione mentale > perseveranza nel raccoglimento della preghiera > assalti di demoni all’anima che prega e le prove con cui il Signore fa progredire l’anima

pg 57

quando l’io personale delibera di votarsi all’orazione tutte le potenze dell’anima si attivano a sostegno

benché l’anima dedita alla preghiera non possa evitare i colpi dell’artiglieria nemica , cioè gli assalti dei demoni che cercano di farla desistere dall’orazione

memoria/intelletto/volontà

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