Una strada nella tempesta - San Gregorio M. / Don G.Attanasio
Attualità dall’esperienza di Gregorio Magno
Don Gianluca Attanasio
Cantagalli
€ 17.00
Un bellissimo libro di spiritualità, San Gregorio Magno, fu veramente grande, conosceva molto bene l’animo umano e ciò che lo turbava o lo elevava:
grande realismo di Gregorio, dall’eccelso equilibrio del suo sguardo sull’uomo (pg 71)
,ed anche l’autore qui suo portavoce, introduce il lettore, il fedele, il fratello e la sorella in Cristo in un dettagliato e profondo esame di noi stessi e della nostra fede.
Sicuramente consigliato a chi già abituato a gustare, assaporare e contemplare le cose divine, laici/laiche e religiosi/e, un ottimo regalo per loro, per i nostri sacerdoti, che probabilmente già conoscono S.Gregorio, (in questo caso un buon ripasso) oppure una buona tappa di verifica.
Molto consigliato anche agli educatori che per professione (insegnanti, catechisti) o per natura (genitori, nonni), desiderano verificarsi e ricevere consigli utili sul come educare, rischi e risorse.
Una lettura che allarga il cuore…, verrebbe voglia di incontrare ed abbracciare San Gregorio, be possiamo sicuramente pregarlo.
Come al solito qualche annotazione per iniziare a “gustare”.
ps: Don G.Attanasio è parroco della chiesa Santa Giulia in Torino, e tiene anche trasmissioni di spiritualità a r.Maria
***
Pg 18
Egli è un mistico e desidera più di ogni altra cosa il silenzio e la preghiera. Dio però gli ha donato doti di governo assolutamente fuori dal comune.
Pg 19
Finalmente guadagnai il porto del monastero. (nasce una comunità)
I suoi membri accettano di vivere in povertà e si dedicano alla preghiera e allo studio
Pg 20
Quando mi trovavo in monastero ero in grado di trattenere la lingua dalle parole inutili e di tenere occupata la mente in uno stato quasi continuo di profonda orazione
La sua pace viene interrotta quando papa Pelagio (nominatolo diacono) gli chiede di recarsi a Costantinopoli per occuparsi di varie questioni “del mondo”. Gregorio non è affatto contento ma accetta per ubbidienza.
Lo seguono alcuni fratelli…, l’importanza della comunità per rimanere ancorati alla fede e alla preghiera, pur dovendosi occupare di cose del mondo, scrive un commento al libro di Giobbe.
Viene richiamato a Roma, nominato segretario del papa, che morirà a causa di un’ epidemia di peste, occorre nominare un nuovo pontefice, viene scelto lui. Lui rifiuta…e cerca di svincolare con la fuga…! Inutilmente, viene eletto.
Tra le motivazioni che lo bloccavano ad accettare quest’incarico, la situazione della chiesa: nella tempesta.
pg 25
ho preso a governare questa nave vetusta e terribilmente squarciata…le tavole squarciate dalla violenta e quotidiana tempesta.
Riflettiamo quante volte nella chiesa c’è stata
tempesta, difficoltà, ma il buon Dio ha sempre mandato uomini - suoi figli – per riparare la breccia, quindi
non scoraggiamoci della situazione odierna della chiesa, (anch’essa un pò
malconcia) ma contribuiamo a pregare per essa
Non si sente all’altezza, ma viene nominato
dall’imperatore e lui così commenta:
pg 26-27
il signore imperatore ha stabilito che una scimmia diventasse un leone. Certo uno per propria disposizione uno può essere chiamato leone ma non divenire tale.
E non lo dice per modestia, forse anche a noi è
capitato di dover ricevere un incarico o dover affrontare una “fatica” , e ci
siamo chiesti ma perché io..? non ne sono all’altezza, non ne sono capace…
Pg 26
Si domanda come sia possibile porsi attivamente al servizio del popolo cristiano pur rimanendo attivamente al servizio di Dio. Gregorio non crede che Dio lo abbia chiamato alla vita contemplativa per poi impedirgli di realizzare tale vocazione.
Una domanda forse anche per noi inseriti nel mondo, ma che vogliamo dare spazio a Dio e alla preghiera.
Pg 27
Il papa cade vittima di una profonda depressione – gli occhi della mia mente sono assediati dalle tenebre e dal dolore. La crisi oltre a essere fonte di grande dolore, è anche lo sprone per cercare risposte convincenti.
Quando si appartiene a Dio, in ogni cosa cerchiamo una risposta un aiuto dall’alto
Pg 27/28
Ora egli comprende meglio che il suo dramma lungi dall’essere una questione puramente personale, ha un valore universale: i suoi problemi sono gli stessi problemi che attanagliano i pastori d’anime.
Egli comprende che gli uomini chiamati a svolgere attività politiche di governo, devono abbracciare una regola di preghiera, in qualche modo simile a quella dei monaci.
Riprende la stesura del commento a Giobbe, poi scrive - la regola pastorale - , dove delinea la fisionomia del pastore d’anime..
Pg 29
Esso (la regola pastorale) …. diverrà il manuale di chi ricopre incarichi di governo nella chiesa e nella società civile
Pg 30/31
Gregorio mostra una straordinaria capacità di guidare la chiesa.
La sua azione è caratterizzata da autorevolezza e paternità.
Lo si vede per esempio, nell’atteggiamento assunto durante la peste.
Per fronteggiare l’epidemia Gregorio invita la popolazione alla penitenza.
La sua forza rivela non soltanto la forza spirituale di chi è certo che la preghiera possa operare miracoli, ma anche un talento organizzativo non comune.
.specifica che i sette cortei devono partire da altrettante chiese di Roma per poi raggiungere la basilica di Santa Maria Maggiore, dove si svolgeranno tre giorni di canti e preghiere per implorare la cessazione della pandemia
Gregorio ha cura delle persone, lo si comprende dalle numerose lettere che egli indirizza a vescovi e presbiteri
Pg 33
I templi degli dei di quel popolo non bisogna distruggerli, ma bisogna abbattere gli idoli che ci sono in essi. Si faccia dell’acqua benedetta e si sparga in quei templi
(con riferimento ai monaci in viaggio verso l'Inghilterra)
Pg 34
Con i possedimenti della chiesa Gregorio, compra e distribuisce grano, aiuta chi è nell’indigenza
Patirà molti dolori fisici (malato di gotta) e morali
Pg 37
Come ha potuto ricoprire delicatissimi incarichi di governo senza distogliere la mente da Dio?
Pg 41
L’esperienza dell’uomo, però, risulta gravemente ridotta senza l’appartenenza a una comunità.
Per crescere veramente è necessario la presenza di fratelli e amici con i quali dialogare e confrontarsi
Pg 43/44
In tutti gli uomini è radicato il desiderio profondissimo ed inestirpabile di condividere con gli altri…
Gregorio riscontra lo stesso fenomeno negli uomini che non osservano la disciplina del silenzio.
Dobbiamo cioè riconoscere che se non ci raccogliamo per giudicare ciò che ci accade, la nostra vita si dissolve in tanti frammenti sconnessi
E qui spiega come la mancanza di silenzio e preghiera crea in noi un “cuore agitato” che non aiuta la comunicazione e la relazione
Pg 46
..per comprendersi realmente, bisogna comunicare con gli altri
La parola è necessaria quanto il silenzio
Pg 47
E’ necessario dialogare con i fratelli non solo per ricevere consigli e consolazioni, ma anche per comunicare le scoperte più belle avvenute nel cammino spirituale
Pg 50
Dio è un padre pieno di affetto, che si rivolge a ciascuno dei suoi figli, adattandosi alla loro capacità di comprendere. Non potremmo capire nulla dei misteri divini, se il Signore stesso non si degnasse di usare parole proporzionate alla nostra limitata intelligenza
..per avvicinarsi ai segreti più intimi di Dio, occorre leggere frequentemente la Bibbia…
Menzionando passi di S.Gregorio, l’autore ci spiega che non basta che la parola di Dio, ci scuota e ci illumini ma occorre metterla in pratica…
Pg 57
Si può dire la scrittura, si rende più comprensibile e luminosa col crescere dell’amore per il prossimo.
Gli oracoli divini crescono insieme a chi legge – L’onnipotente ci colma di delizie quando ci saziamo del suo amore al banchetto della Sacra Scrittura
Pg 69
Non esiste uomo incamminato sulla via del bene che non corra il rischio di cadere nella superbia
Pg 70
La tentazione è opera educativa del padre
Aprirsi a questa verità significa smettere di scandalizzarsi di se stessi ed imparare di accettare, finalmente pacificati che le tenebre possono tornare ad affliggere il cuore, anche dopo momenti di luce radiosa.
Le tentazioni permesse da Dio per introdurci ad una maggiore umiltà,
Questa seconda parte del testo, si conclude analizzando bene, il rapporto tra tentazione, umiltà e crescita spirituale
Pg 82
Gregorio è convinto che le persone alle quali è concessa la grazia della contemplazione siano per ciò stesso chiamate a condividerla: solo comunicando agli altri i doni ricevuti da Dio, esse possono conservare e accrescere la dolcezza sperimentata nell’intimità del cuore.
Pg85
Quanto più si è umili tanto più si è capaci di accettare la propria inadeguatezza
Oggi si sente spesso parlare di testimonianza, senza parola, si dice che si testimonia con la vita senza dire…
Ma io credo sia un inganno del demonio, se pur vero che le nostre gesta e scelte di vita, devono quanto più possibile essere coerenti, MAI nessun santo in passato ha testimoniato senza l’uso della PAROLA. Ciascuno di noi, con sincerità dovrà ammettere che se siamo minimante progrediti nel nostro cammino di fede – per grazia di Dio – questo è stato possibile attraverso le parole scritte o pronunciate da qualcun altro, per primi i nostri genitori (se abbiamo avuto questa grazia). Ecco anche San Gregorio diceva così:
Pg 86
Gregorio non si stanca di sottolineare il valore della testimonianza. Egli sa che quella stessa luce divina che nella vita contemplativa si lascia raggiungere quasi furtivamente può trasmettersi anche attraverso le parole e i gesti degli uomini.
…chi ha avuto la grazia di ascoltare un autentico uomo di Dio sa quanto siano veritiere queste parole..
Pg 88
Il testimone trasmette l’amore ricevuto da Dio. Egli è simile a un canale d’acqua che irriga il cuore degli ascoltatori, insegnando e curando con carità le ferite degli afflitti
Pg 93
Nella chiesa, nessuno, neppure il papa, può concepirsi orgogliosamente come colui che sostiene tutti. Piuttosto ciascuno è sostenuto da alcuni e sostiene altri.
Pg 94-95
Per amare , occorre partire dalle persone più vicine
A un certo punto, per grazia di Dio, essi riconosceranno di amare anche le persone incrociate solo di sfuggita lungo il cammino della vita
Gesù non ci ha incoraggiati ad amare genericamente l’umanità. Egli ci ha inviati ad amare il nostro prossimo, vale a dire la persona che troviamo al nostro fianco
Pg 100
E’ dunque necessario, fratelli carissimi, che guardiate in voi ciò che avete di meno. E nel prossimo ciò che ha ricevuto più di voi, affinché mentre guardate voi stessi in ordine al bene che essi h anno e voi non avete, per umiltà cresciate onde ottenerlo anche voi. Se infatti voi apprezzate in essi i doni ricevuti, ed essi considerano in voi i doni che avete, vi toccate a vicenda con le ali. Per stimolarvi a volare sempre verso il cielo – San Gregorio Magno /Om Ex I, X, 36
Gregorio identifica nell’umiltà l’atteggiamento che permette agli uomini di imparare dagli altri e di crescere senza soste.
San Paolo dice che dobbiamo gareggiare nello stimarci a vicenda (Rm12.10)
Pg 102
..sulla terra , però occorre la presenza di un autorità capace di preservare la giustizia per evitare che i prepotenti opprimano i più deboli…
Esempio dell’allenatore di calcio
Un bravo allenatore riesce a fare eccellere anche i giovani mediocri, mentre può accadere che i talenti migliori, privi di una guida sapiente , sprechino del tutto le loro capacità
La natura ha generato tutti gli uomini uguali ma, per diversità di meriti e di compiti, un misterioso disegno mette gli uni in condizione inferiore agli altri (comm Gb IV, XXI, 22)
Un visione diversa sul ruolo dell’autorità, oggi molto discussa, a partire dal ’68 in poi..
Pg 105
La presenza dell’autorità è un dono d’amore concesso da Dio per la crescita dei singoli e della comunità..
Gli uomini posti ai vertici della comunità sono spesso tentati di agire unicamente secondo i propri criteri, convinti che la propria volontà sia buona. Ciò accade perché essi, sopra di sé, non hanno alcuno da temere.
(e qui si potrebbe riflettere sul famoso timore di Dio – oggi un po’ desueto )
Pg 107
L’orgoglio insorge molto facilmente nell’animo umano, anche in coloro che non occupano posizioni di rilievo (l’autore)
Quando si è chiamati a compiti importanti , questo rischio cresce in modo esponenziale
Non è da condannare l’autorità stabilita, ma la vanità dell’orgoglio (S.Gregorio Magno)
Riflessioni sul potere
Pg 108
I padri e le madri ad esempio hanno un potere nei confronti dei figli, come anche gli insegnanti verso gli alunni, i datori di lavoro verso i dipendenti…
Chiunque può usare il proprio il proprio piccolo o grande potere per servire i fratelli o per tiranneggiarli
È raro essere guidati da persone virtuose
..è raffinatissima arte del vivere tenere il potere e calpestare la gloria; essere al potere e non sapere di essere potente (San Gregorio Magno)
Pg 111
Comunicando agli altri la dolcezza dell’amore divino, non si allontana dal cielo, ma aiuta ad elevarsi
La mentalità moderna tende a considerare l’orgoglio non come un vizio, ma come una virtù necessaria
Pg 113
Oggi è in crisi la figura del padre…
I bambini e i giovani sono ritenuti buoni e bravi per natura. Ciò comporta che i figli non incontrano alcun limite all’affermazione di se stessi,
il narcisismo è l’espressione più alta dell’orgoglio
Pg 115
nella maggior parte dei casi, l’orgoglio agisce in maniera occulta. Esso sta all’origine di tutti i peccati, ma l’uomo non lo vede..
capita di rallegrarsi dei traguardi raggiunti nella sequela di Cristo senza accorgersi di essere animati, non solo da buone intenzioni, ma anche dal desiderio di essere riconosciuti
..Lo Spirito Santo è presente negli uomini per manifestare cosa sono per mezzo di lui e si ritira perché si veda chi sono e come rimangono senza di lui (San Gregorio Magno – Om EzI, V, 11)
Pg 119
E’ però certo che nessuno può diventare stabile nell’amore senza attraversare molte prove..
La ragione più importante per la quale Dio permette le nostre cadute è insegnarci l’umiltà
Pg 120/121
Non c’è nessun che raggiunga tanta virtù quanta ne desidera, perché Dio onnipotente, che scruta i cuori, fissa un limite anche ai progressi spirituali, affinché davanti all’incapacità di raggiungere ciò che si prefigge, l’uomo non si inorgoglisca per ciò che riesce a raggiungere.
San Gregorio Magno (comm GB XII, II 3)
Arrabbiarci con noi stessi dopo una mancanza non è umiltà, ma fine superbia, come se non fossimo quei deboli e miseri che siamo (S.Alfonso Maria de Liguori)
Pg 134
Tutti gli uomini sono naturalmente portati a cercare maestri che li aiutino a comprendere il significato della vita. Tale ricerca giunge a compimento solo nell’incontro con persone capaci di fare intuire qualcosa del destino eterno che attende tutti i figli di Dio
È necessario incontrare persone piene di speranza..
Pg 140
Hanno scoperto che la fede rende più attenti all’ascolto, all’accoglienza ed alla stima reciproca..
(è così anche per noi? Sappiamo di avere questo compito, per amare gli altri come Lui ci ha amato)
Sull’ educazione
L’educazione è l’arte più bella, perché nulla dona più soddisfazione quanto aiutare una persona a crescere. Allo stesso tempo però, è anche l’arte più difficile., perché il cammino da percorrere non può essere programmato in anticipo
Non si può essere educatori senza appassionarsi alla persona singola
Pg 146
L’educatore per fare crescere le persone, deve prendere consapevolezza del valore della parola. Ogni parola infatti, contrariamente a quanto comunemente si crede , è dotata di una forza enorme che può essere curativa oppure tossica
Sull’indifferenza e individualismo di oggi
Pg 147
Tante volte passiamo accanto a persone ferite interiormente senza degnarle neppure di uno sguardo. In nome di un quieto vivere, evitiamo qualsiasi parola di incoraggiamento, correzzione o insegnamento e ci giustifichiamo dicendo a noi stessi che non siamo psicologi e non conosciamo medicine adatte al caso. Dimentichiamo che le ferite dell’anima sono più gravi di quelle del corpo
Pg 148
La prima medicina che possiamo utilizzare è la parola
Il mondo di oggi invece, pur sommerso di tante parole anche inutile, in ambito religioso ci fa dire…non bisogna parlare…rispettare gli altri etc
Gregorio afferma che la qualità di un educatore, non è il coraggio, la fermezza, la duttilità o l’eloquenza, bensì l’abitudine al raccoglimento interiore
Pg 150
Chiunque desideri essere testimoni della fede cristiana deve in qualche modo fare proprio il voto del silenzio…senza stancarsi di tornare a Dio dopo aver parlato con la gente
Pg 154
Su insegnamento ed educazione
Non esiste una regola universale che permetta di capire cosa debba essere insegnato prima e cosa dopo. L’unico criterio utile è il rapporto vivo con le persone alle quali si rivolge.
Perché quando l’insegnante tocca davvero il cuore dei discepoli, si assiste allo spettacolo mirabile della crescita delle persone
Pg 161
Un vero educatore deve tentare tutto il possibile per favorire la crescita dei propri figli..
Deve riflettere su “ciò che dice”.
Quando parlare, come parlare, e quanto parlare
Pg 164
L’altro ci è simile, non perché ci risulta simpatico…MA
Perché possiede la nostra stessa natura. Egli ha un cuore come il nostro, una libertà ferita dal peccato come la nostra, un’intelligenza capace come la nostra di riconoscere il vero, il giusto, il buono, il bello
Pg 167
Il vero maestro invece, in forza dell’amore per le persone che gli sono affidate, cerca sempre le strade adeguate per ricondurle sulla via del bene
Sulla correzione
Pg169
L’educatore non può limitarsi a valorizzare gli aspetti positivi, ma deve anche correggere i peccati e gli errori
…la correzione sia essenziale. Senza di essa il male mette radici e finisce per soffocare germogli di bene
Queste due frasi scritte dall’autore del testo, Don Attanasio, sono fondamentali in questo tempo dove si nega il peccato e si condanna, la correzione!
Genitori
Pg170
Gli educatori che non sono stabilmente ancorati a una comunità di uomini maturi, finiscono per ricercare il proprio compimento affettivo nelle persone più piccole che sono a loro affidate.
Tanti genitori rimangono del tutto inerti di fronte agli atteggiamenti sbagliati dei figli. Non avendo un rapporto adeguato con il coniuge Né amici con i quali sostenersi e confrontarsi, essi evitano di intervenire sui figli per paura di perdere l’affetto.
Pg 174
L’educatore, cioè deve avere a cuore non se stesso, ma gli interessi delle persone a lui affidate
L’esempio dei santi è un fattore determinante
La loro testimonianza è infatti la luce che permette di puntare gli occhi verso l’alto
Dobbiamo guardare la vita dei giusti se vogliamo scoprire in profondità la nostra. La loro bellezza si offre al nostro sguardo come un modello da imitare (San Gregorio Magno comm GB XXIV, VIII,15)
Pg 179
Non c’è niente di bello che scoprirsi voluti, amati, sostenuti e perdonati da Dio
L’animo sente tanto duramente i mali della vita presente, quanto più trascura di pensare al bene che viene - San Gregorio Magno/ egli comprende che l'unico modo per non restare schiacciato dal loro peso (le preoccupazione della vita quotidiana) è tenere il cuore rivolgo al cielo.
Pg 183
L’uomo abitato dall’orgoglio si volge verso gli altri desiderando non fratelli da amare, ma servitori che lo ammirino, lo confermino nelle sue convinzioni e gli procurino benessere.
Pg 184
Quanto più un anima si dilata nell’amore del prossimo, tanto più essa si innalza nella conoscenza di Dio – San Gregorio Magno ( Om Ex.II,II, 15)
Per Gregorio l’educazione è una relazione d’amore.
Pg 191
Preghiera e azione
La via contemplativa e l’azione, però non sono due realtà separate. Al contrario esse si alimentano a vicenda.
L’unità vissuta tra la preghiera e l’azione, dona all’uomo una letizia grandissima, che persiste nei momenti più drammatici , colmando il cuore di pace e allo stesso tempo, di un indomabile forza costruttiva