SENZA PIU' LA DOMENICA

Senza più la domenica

Viaggio nella spiritualità secolarizzata

Luigi Berzano

Ed Effatà

€ 13.00

Questo testo affronta la tematica: crisi della partecipazione alla messa domenicale, e variazioni nella pratica dei sacramenti.

Affronta il tema dal punto di vista sociologico e storico.

E’ una tematica interessante, di cui tutti noi cristiani dovremmo interessarci, però riconosco che anche da come viene affrontato, non è un libro di facile lettura e per tutti.

Consigliato sicuramente a tutti gli addetti ai lavori: sacerdoti, religiosi, diaconi, e a chi partecipa attivamente soprattutto alla vita parrocchiale.

Non basta lamentarsi, ma nel cercare nuove soluzioni (c’è da sperare che si cerchino e non si accetti questo passivamente) è bene anche aver in mente qual'è il quadro, quali sono le dinamiche sociali e culturali che viviamo.

A volte infatti si fanno scelte o non scelte senza la consapevolezza di come il mondo attorno ci influenzi.

Dopo di che rilevare appunto che il testo affronta un “caso sociale” e non un caso di fede, ne consegue che le risposte possono essere molto diverse a seconda se si vuole seguire una linea “modernista” oppure “tradizionalista”.

Chi ha a cuore la fede, così come è stata trasmessa non solo dal vangelo ma anche dalla tradizione, che include anche rivelazioni di autorevoli santi mistici e apparizioni mariane, sa bene che la partecipazione assidua e costante alla Santa Eucarestia non è una scelta negoziabile, per “stare” con il Signore occorre cibarsi ed adorare  la Santa Eucarestia e della parola di Dio, il beato Carlo Acutis (giusto per citarne uno recente) diceva: l’Eucarestia la mia autostrada per il cielo

Giovanni 15

4 Dimorate in me, e io dimorerò in voi. Come il tralcio non può da sé dare frutto se non rimane nella vite, così neppure voi, se non dimorate in me. 5 Io sono la vite, voi siete i tralci. Colui che dimora in me e nel quale io dimoro, porta molto frutto; perché senza di me non potete fare nulla.

Giovanni 6:56 Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue dimora in me, e io in lui.

 ***

La trasformazione o la scomparsa dei riti sono oggi parte delle società individualizzata contemporanee

Società tradizionali > riti erano punti fermi stabilizzanti della vita degli individui

Questo testo non segue però l’ipotesi della scomparsa dei riti ma la sua trasformazione,

oggi si conservano riti nei quali molti si riconoscono ancora in determinati momenti dell’esistenza

 tra i cattolici il 90% non va più a messa la domenica

(questo 90%) partecipa però ancora a qualche rito di passaggio: battesimo/comunione/cresime/matrimoni, rosari funebri/ funerali/feste patronali/ messe per i defunti

 I cattolici festivi ricercano un “Dio d’amore e perdono” e un cristianesimo fonte di esperienze gioiose

Altra tendenza, a fronte della diminuzione della pratica domenicale, vede la chiesa cattolica impegnata a programmare nuove forme di celebrazione attraverso grandi eventi, pellegrinaggi azionali, feste dei giovani, giornate della gioventù

Chi richiede le celebrazioni in riti di passaggio, ricercano in quel rito Matrimonio o funerale per esempio, il simbolo che quello rappresenta, come qualcosa che va oltre il tempo, e costoro

Si attende una “benedizione” come ingresso e comunicazione con l’invisibile

Tutte le religioni hanno celebrato riti di passaggio

Pg 20

I riti sono nel tempo quello che la casa è nello spazio. Perché è bene che il tempo che passa non dia apparentemente l’impressione di logorarci e disperderci come una manciata di sabbia, ma di perfezionarci

E’ bene che il tempo sia una costruzione

Il mondo temporale tende a fare scomparire le soglie temporalmente intense a favore di una comunicazione continua e priva di passaggi

I riti di passaggio sono forme rituali con una loro natura narrativa che si svolgono nelle grandi fese: Natale, Pasqua, Pentecoste

Il testo continua nell’analisi del fenomeno, da sempre la partecipazione alla messa era in prevalenza frequentata da donne, anche in questo caso si nota la diminuzione soprattutto in età tra i 20 ei 40 anni.

Pg 24

La pratica religiosa delle donne e oggi coinvolta in un processo di indebolimento che la rende sempre più simile a quella degli uomini.

 Una frase assurda ci dice, che la maggioranza delle donne frequentanti la messa sono  – anziane - e questo ci sta, ma dice:

 pg 25

“Infatti le donne, specialmente le più anziane, sono spesso meno istruite”,

forse poteva essere vero 50 anni fa, ma ora le “donne anziane”, hanno tutte almeno il diploma e molte anche la laurea! In effetti nella pagina successiva dice dopo i nati del 1970, questo divario diminuisce. E comunque le donne tendono a pregare più degli uomini.

Con l’evento Covid, e la conseguente proposta di trasmissioni online a carattere religioso, messe in primis, questo fenomeno di disaffezione, che qui dal punto di vista sociologico chiama – smaterializzazione dei significati reali, è aumentato.

Pg 30

I credenti si trovano a convivere con esperienze online portatili, personali, individualizzate ma fredde. Non più esperienze in un incarnazione materiale, ma in una ricostruzione aritmetica.

Quali le conseguenze di questo effetto di smaterializzazione?

Il primo effetto sarebbe la svalutazione della materialità. Tutto potrebbe diventare superfluo, anche i libri, anche il viaggio, il pellegrinaggio, i riti, l’amicizia, l’amore. Vivere senza corpo e senza spazio.

Questa rivoluzione smaterializzante dei mondi religiosi…s’impone a tutte le religioni, ma in particolare a quelle più strutturate socialmente, quale la fede cattolica

Procedendo nell’analisi del fenomeno l’autore, servendosi di Guy Debord (filosofo) e di un noto suo testo

 Pg 32

..la vita pubblica si è dissolta, quando non è vissuta come il luogo che definisce la differenza tra realtà e illusione..

Al posto della società reale oggi si è insinuato lo “spettacolo” che produce un simulacro della società e un falso senso di unità

Molto interessante questo passaggio, infatti chi poi ha occasione (scelta) di partecipare a qualcosa di molto reale e coinvolgente, tipo un pellegrinaggio mariano per esempio, viene riportato dal punto di vista sociologico in un REALE, che riempie che coinvolge etc

Pg 33

Non sempre i fedeli sono del tutto  consapevoli del fatto che la religione, se concepita in senso immateriale, non è esperienza costruita, ma solo consumata, per la sua carica simbolica, spettacolare, e per il suo valore emozionale

Ecco forse questa è la frase centrale di questo discorso

Pg 34

Il divino si fa presente senza alcun bisogno di fissarsi nelle forme finite del tempo e dello spazio.

Questo è quello che succede, e non è detto che sia positivo, ma occorre prenderne atto.

 Effetti di questo sono:

 Pg 33-34

1)     nascita di comunità universale che a oltre il riconoscimento di una sola lingua, cultura, e teologia

2)     I messaggi religiosi viaggiano disincarnati liberi dall’intralcio dei significati …non nei linguaggi formatisi nel corso del tempo

3)     Secondo Massimo Leone, il rischio che smaterializzando i linguaggi e rituali storici della trascendenza , si finisca con lo svalutare la trascendenza stessa, riducendola a semplice riflesso della coscienza individuale/ …

Le esperienze religiose online risulterebbero prive di sostanza, quasi un loisir della creazione immaginativa

4)     È la produzione di un immaginario spirituale autopoietico. L’autopoiesi è una nozione inizialmente elaborata in campo biologico per indicare la capacità di riprodurre se stessi che caratterizza i sistemi viventi in quanto dotati di un particolare tipo di organizzazione…nozione applicata poi ai sistemi sociali..

Tradotto io direi che ognuno si fa una forma di religiosità – fai da te – che prende elementi passati con forme nuove

David Augsburger definisce questo “ spiritualità monopolare”.. sviluppo del proprio io universale interiore … senza i luoghi, i rituali, le tradizioni etc/ si diventa un designer spirituality ciascuno compone con i temi e le armonie che sono più consoni alla propria personalità e alle proprie preferenze. Augsburger sottolinea il rischio … di diventare un misticismo che non porta all’incontro con un Altro…

 In pratica l’Io al posto di Dio, con il rischio di metterci dentro anche molto  che non è Dio ma il suo contrario , da qui esperienze di new age etc

5)     Effetto  > inserimento della trascendenza nella generale estetizzazione della società

In pratica io così comprendo > questo tipo di religione fai da te, va a influenzare altri ambiti, economico sociale,   nuove tendenze e stili di vita spirituali

 Il testo prosegue chiedendosi come la chiesa risponde a tutto questo, e dice

 Pg 38  

Il Dio che annuncia non è localizzato in un luogo particolare e non ha una sua residenza. Nessuna istituzione, struttura, luogo di culto può contenere il tutto il mistero di Dio

Questo in pare è vero, ma noi crediamo che in ogni chiesa dove sono custodite le specie eucaristiche li c’è Dio, “materializzato”, e questo fa una grande differenza. Nel testo si dice…Gesù si muoveva, quindi non era in un unico luogo…, tutto questo anche vero, porta a mio parere si arriva a delle conclusioni pericolose ...ed infatti il capitolo conclude con:

 pg 40

Il vangelo è sempre da reinterpretare , il mondo e la chiesa sempre da riformare.

Di fatto, la situazione in Europa, si passa dalla religione dell’obbligo a quello della libera scelta, ma i fedeli si rivolgono alla chiesa nei riti di passaggio:

funerale > rende il sentimento abitabile

questo viene chiamato dalla sociologa inglese Grace Davie “vicarious religion”, questa definizione è stata data già all’epoca della morte di Lady Diana, molte chiese si sono riempite, era un modo anche per i non praticanti di ritrovare un luogo dove esprimere il proprio lutto,

Celebrazioni liturgiche di tipo misto: (sacro e profano)

 Pg 48

a volte anche l’omelia del celebrante, è una memoria civile

 Il capitolo si conclude con altre analisi sulla vicariuos religion, affermando che in Italia, da un lato diminuiscono sempre più i partecipanti alla messa domenicale, ma rimangono altri i numeri di chi partecipa ai riti di passaggio, e la partecipazione alla vita parrocchiale sempre più debole

Già all’inizio dell’800 sono partite delle trasformazioni del termine “spiritualità”

Pg 67

Con la moltiplicazione delle spiritualità, si direbbe che assistiamo a un “invasione di campo”, della società secolare negli ambiti della religione..

E anche l’idea di Dio ...è poliforma nelle sue tante visioni..

Moltiplicate dall’universo new age

Dio diventa un nome comune, un nome poetico

 Pg 68

La secolarizzazione ha privato la religione di gran parte delle competenze e delle funzioni che assolveva nella società tradizionale, nella quale essa dava forma, regole e tempi anche nelle attività economiche, sociali e culturali

 Si assiste sempre più ad una gestione della pratica religiosa di tipo individualista

 Pg 72

“sono credente a modo mio”

Oggi gli stili di vita nel credere, nel praticare e nel riconoscere certi doveri morali dipendono sempre più dalle scelte individuali

 Nascono nuove forme di spiritualità più legate a “emotività esperienziale”

Vi sono altri capitoli che approfondiscono l’aspetto sociologico, e di questa “designer  Spirituality” dove in pratica ognuno si confeziona un vestito o un vissuto adatto alle proprie esigenze religiose, pur sottolineando che

Pg 89

Nella domanda sul futuro delle spiritualità non deve però essere sottotaciuta la persistenza  all’interno delle religioni storiche , dove rimangono ancora profonde le spiritualità che si ispirano ai fondamenti mistici di Santa Teresa d’Avila e San Giovanni della croce

Pg 90

La religione in cui si è nati non è più un’ eredità obbligatoria, ma una scelta personale

Pg 93

Il disincanto che noi chiamiamo secolarizzazione, inizia con l’illuminismo, la rivoluzione industriale, la modernità

Pg 99

Ne sono derivati nuovi mercati, quali quello della new age: insieme di bene e servizi, materiali e simbolici, che rispondono ai bisogni di una nuova formazione alla persona, di realizzazione di sé, di risveglio spirituale, di crescita interiore, di guarigione del corpo e dello spirito.

Ecco di nuovo l’io al posto di Dio, senza contare che molte di queste pratiche di new age portano proprio al male..

Pg 100

La spiritualità è la via per curare le ferite, liberarci da dipendenze interiore ed esteriori, condurci al vero se.

Ecco il non volere dipendere da un Dio che si fa carne e che ama e ci vuole salvare

La postfazione del testo è a cura di Mons Derio Olivero, il suo pensiero è noto..., dando voce a Paolo Carrara:

una chiesa che tenta d’imporsi alla società italiana, ma che in verità parla un linguaggio che la nostra società non comprende.

La chiesa sta diventando minoranza, ma non può diventare una setta..

Non è per “pochi eletti”, ma è per tutti

Il centro non è la chiesa ma Gesù Cristo

 E fin qui possiamo anche essere d’accordo

 Occorre arrivare ad ammettere che non tutti diventano discepoli o apostolo, senza per questo escluderli

..bisogna decostruire praticanti/non praticanti

Pg 108

la chiesa dovrebbe ripensarsi non per “tagliare fuori” i praticanti stagionali, ma per tenerli dentro offrendo loro il miglior servizio possibile

 (anche in un altro testo recensito di recente, si rifiutava questa distinzione praticanti o non praticanti)

Avete mai visto qualcuno che si definisce sportivo senza partecipare ad alcuno sport? Come definirsi cristiani senza partecipare alla Santa messa? Fondamento del nostro credere?

Crediamo ancora che con la consacrazione Gesù si offre in un sacrificio non cruento per la nostra salvezza? Se non crediamo più quanto sotto affermato, dal catechismo, allora si qualsiasi altra soluzione diventa possibile.

Tratto dal catechismo della chiesa cattolica

I. L'Eucaristia - fonte e culmine della vita ecclesiale

1324 L'Eucaristia è « fonte e culmine di tutta la vita cristiana ». 144 « Tutti i sacramenti, come pure tutti i ministeri ecclesiastici e le opere di apostolato, sono strettamente uniti alla sacra Eucaristia e ad essa sono ordinati. Infatti, nella santissima Eucaristia è racchiuso tutto il bene spirituale della Chiesa, cioè lo stesso Cristo, nostra Pasqua ». 

1330 Memoriale della passione e della risurrezione del Signore.

Santo sacrificio, perché attualizza l'unico sacrificio di Cristo Salvatore e comprende anche l'offerta della Chiesa; o ancora santo sacrificio della Messa, « sacrificio di lode » (Eb 13,15), 156 sacrificio spirituale, 157 sacrificio puro 158 e santo, poiché porta a compimento e supera tutti i sacrifici dell'Antica Alleanza.