Crisi editoria religiosa o crisi spirituale? / I parte (riflessione)

E con grande piacere che leggo questi articoli sulla crisi dell’editoria cattolica, (finalmente se ne parla)  che più propriamente è anche:

 crisi di lettori e crisi spirituale, 

e colgo l’occasione per esprimere anche io da 9 anni libraria cattolica il mio punto di vista.

Ripropongo qui alcuni passaggi di questi articoli, che trovate nei link, e vi invito a leggere.

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(5/4/23 – Giuliano Vigini)

https://www.avvenire.it/agora/pagine/editoria-cattolica-quando-il-risveglio[U1] 

Urge coltivare i lettori (ora assenti). Per questo la Chiesa dovrebbe far capire l’importanza del libro per la vita cristiana. Vanno cambiate poi le strategie commerciali e di scelta del personale

..c’è l’evidente necessità di un cambiamento su vari fronti..

Allora è chiaro che il primo problema è di coltivare il lettore che non c’è. E in questo non si può non sottolineare una responsabilità e un impegno per tutti. Per la Chiesa, innanzitutto, che dovrebbe intervenire di più, sia a livello centrale che diocesano, per far comprendere il valore della lettura come aiuto prezioso per la vita spirituale e culturale, attraverso un lavoro capillare e continuativo di formazione.

Sarà naturalmente fondamentale in questo sforzo il coinvolgimento dei parroci e dei sacerdoti, resi consapevoli che il tempo della lettura, per sé e per gli altri, non è un lusso o un tempo assolutamente marginale rispetto ad altri impegni

Da anni chi mi conosce sa,  che ripeto sempre:

1) Il problema che mancano i lettori di libri a tematica religiosa non è una questione di business (anche) ma è prima essenzialmente questione di fede, di buona volontà di formazione.

2)  Spesso la “colpa” è anche dei sacerdoti, (e mi scuso qui per questo termine) ne ho contatti tanti in questi anni di: fatica, sudore, pianti e perdite, e proprio loro salvo rare eccezioni sono i primi a non comprendere quest’urgenza della lettura spirituale. Leggere certi libri per noi cristiani dovrebbe essere una delle tante occasioni  - dopo quella di vivere bene i sacramenti – per incontrare Dio, e farci illuminare dallo Spirito Santo nella conoscenza su ciò che Dio vuole da noi, riflettere sulla nostra vita in ogni ambito, nell’aiutarci a riconoscere i nostri peccati, le nostre difficoltà nel corrispondere ad una vita santa.

3)    Ma posso confermare che in quei rari casi in cui un sacerdote suggerisce un titolo, qualcuno interessato all'acquisto c'è!

4) Per un cristiano REGALARE un libro religioso, in occasioni dei sacramenti, o di altre ricorrenze, dovrebbe essere un PIACERE nel diffondere il profumo di Cristo.

5)  Certo la pandemia e la crisi economica non hanno aiutato. Ma spesso si preferisce spendere soldi in cibo che non in un testo, anche piccolo di riflessione

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 Tratto da: serve una sinergia tra libri e pastorale – Avvenire di domenica 23/4

Lorenzo Fazzini – resp editoriale Libreria editrice vaticana

https://www.avvenire.it/agora/pagine/serve-una-sinergia-tra-libri-e-pastorale

 …..mediamente ogni fedele investe meno di 3 euro all’anno (dicesi 3 euro all’anno!) per la propria formazione spirituale, culturale e personale in libri. Caporetto.

Abbiamo educato i preti…a all’importanza di quella pratica che è la lettura…?

Quanti preti (oggi) citano (e consigliano) un libro con passione durante la loro omelia domenicale? E la formazione? I migliaia e migliaia di incontri per catechisti, animatori, leader pastorali che si tengono da Bolzano a Palermo hanno un qualche collegamento con la lettura di un breve saggio, di una testimonianza di vita, di un commento al Vangelo che apra squarci inediti di riflessione e di adesione?

l’editoria laica ha inventato mille e più format per uscire dal recinto dell’«editoria=libro di carta»: reading, lezioni, eventi, festival, gruppi di lettura, che invece sono termini quasi stranieri nel mondo cattolico, 

Da anni cerco di proporre gruppi di lettura con poco successo, anche perché io non sono nessuno, e senza un sacerdote che con autorevolezza  proponga ed accompagni non si va da nessuna parte.

Nel mio lavoro di recensione di libri : ( blog libri)-  tento di aiutare i potenziali lettori, laici sacerdoti o religiosi, nel suggerire qualche libro indicato a chi, e sono disponibile a qualsiasi tipo di collaborazione.

In questi egregi articoli, c’è solo un MA, si parla di editori e non di librerie, librerie indipendenti che non hanno gli editori alle spalle, molte hanno chiuso e molte lo faranno. Per non parlare del fatto che spesso purtroppo gli editori sono i nostri primi concorrenti, proponendo scontistiche che noi non ci possiamo permettere, e non propongono quasi mai libri in conto deposito, e qui forse a rimetterci siamo in due, perché noi ne prendiamo sempre meno, ma per loro meno occasione di esporre titoli.

Detto questo, la problematica è talmente URGENTE, che serve solo buona volontà e collaborazione da parte di tutti gli attori coinvolti. Grazie